venerdì 12 aprile 2013


OMICIDI VOLONTARI E INVOLONTARI NEL CORANO

(Le Donne)

92. Il credente non deve uccidere il credente, se non per errore. Chi, involontariamente, uccide un credente, affranchi uno schiavo credente e versi alla famiglia [della vittima] il prezzo del sangue, a meno che essa non vi rinunci caritatevolmente. Se il morto, seppur credente, apparteneva a gente vostra nemica, venga affrancato uno schiavo credente. Se apparteneva a gente con la quale avete stipulato un patto, venga versato il prezzo del sangue alla [sua] famiglia e si affranchi uno schiavo credente. E chi non ne ha i mezzi, digiuni due mesi consecutivi per dimostrare il pentimento davanti ad Allah. Allah è sapiente, saggio.

93. Chi uccide intenzionalmente un credente, avrà il compenso dell'Inferno, dove rimarrà in perpetuo. Su di lui la collera e la maledizione di Allah e gli sarà preparato atroce castigo.

Hadith del profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui)

Narrò al-Ahnaf figlio di Qays: Andai in soccorso di quell'uomo aggredito e incontrai Abu Bakr, che mi disse: Dove vai? Ad aiutare quell'uomo, risposi. E lui:Torna indietro, perché ho sentito dire all'Inviato di Allah - Allah lo benedica e gli dia eterna salute - Quando due Musulmani si affrontano, armati di spada, l'ucciso e l'uccisore andranno all'Inferno . Io gli dissi allora: Questo per l'uccisore, Inviato di Allah, ma perché per l'ucciso? Rispose: "Perché bramava uccidere il suo compagno. 



Al-Mâ'ida

27 Racconta loro, in tutta verità, la storia dei due figli di Adamo, quando offrirono [ad Allah] un sacrificio, ed ecco che l'offerta di uno fu accettata e quella dell'altro no. Questi disse: «Ti ucciderò certamente! ».

Rispose il fratello:« Allah accetta solo da parte di coloro che Lo temono.

28 Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l'alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi.

29 Voglio che tu ti addossi il mio peccato e il tuo, e allora sarai tra i compagni del Fuoco. Questa è la ricompensa per gli ingiusti ».

30 La sua passione lo spinse ad uccidere il fratello. Lo uccise e divenne uno di coloro che si sono perduti.


La Caverna

74 Continuarono insieme e incontrarono un giovanetto che [quello] uccise. Insorse [Mosè]: « Hai ucciso un incolpevole, senza ragione di giustizia? Hai certo commesso un'azione orribile».   

poi

80 Il giovane aveva padre e madre credenti, abbiamo voluto impedire che imponesse loro ribellione e miscredenza  

81 e abbiamo voluto che il loro Signore desse loro in cambio [un figlio] più puro e più degno di affetto.  


Il racconto

15 Avvenne che, entrando in città in un momento di disattenzione dei suoi abitanti, trovò due uomini che si battevano, uno era dei suoi e l'altro uno degli avversari. Quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l'altro dell'avversa fazione: Mosè lo colpì con un pugno e lo uccise. Disse [Mosè]: « Questa è certamente opera di Satana! E' davvero un nemico, uno che svia gli uomini». 

16 Disse: « Signore, ho fatto torto a me stesso, perdonami! » Gli perdonò, Egli è il Perdonatore, il Misericordioso. 

17 Disse: « Mio Signore, grazie ai favori che mi hai elargito, non sarò mai un alleato degli iniqui»

Da Shuhayb (che Allah l'Altissimo sia soddisfatto di lui):
Il Messaggero di Allah (che Allah lo benedica e l'abbia in Gloria) disse:
Tra coloro che furono prima di voi c'era un re, che aveva al suo servizio un mago; questi, quando divenne vecchio, propose al re: "Io ormai sono diventato vecchio; mandami un ragazzo, cui insegni la magia". Ed egli gli mandò un ragazzo da istruire. Questi era per via, quando passò per la stessa strada un monaco: gli si sedette accanto per ascoltare il suo discorso; e prese l'abitudine, quando andava dal mago, d'incontrarsi col monaco e di sedergli accanto; quando arrivava dal mago, questi lo bastonava; se ne lamentò col monaco, che gli suggerì: "Quando hai paura del mago digli: 'I miei mi hanno trattenuto'; e quando hai paura dei tuoi, di' loro: 'Il mago mi ha trattenuto'.". E mentre egli si trovava in questa situazione, ecco che un giorno si imbatté in una bestia enorme, che bloccava la gente, e si disse: "Oggi saprò se è superiore il mago, o se lo è il monaco". Prese una pietra, e disse: "Mio Dio, se lo stato del monaco Ti è più caro di quello del mago, uccidi questa bestia, sì che la gente possa passare". Tirò alla bestia, e la uccise; e la gente passò. Egli si recò dal monaco e lo informò dell'accaduto, ed egli gli disse: "Figlio mio, oggi tu sei stato superiore a me, e già sta capitando quello che pensavo, del tuo stato, e sarai messo alla prova; e quando sarai messo alla prova, non indicare me".
Il ragazzo guariva il cieco e il lebbroso, e curava la gente di ogni malanno. Un cortigiano del re, che era diventato cieco, ne ebbe sentore, e si recò da lui con molti doni, dicendo: "Tutto quello che c'è qui, l'ho messo insieme per te, se tu mi guarirai". Rispose: "Io non guarisco nessuno; Allah l'Altissimo soltanto guarisce, e se tu credi in Allah l'Altissimo, pregherò Allah , ed Egli ti guarirà". E quegli credette in Allah l'Altissimo, e Allah l'Altissimo lo guarì. E si recò dal re, e si sedette al suo cospetto com'era solito fare; il re gli chiese: "Chi ti ha reso la vista?". Egli rispose: "Il mio Signore". Chiese: "Hai forse un altro Signore oltre a me?". Egli ribatté: "Signore mio e Signore tuo è Allah". Egli allora lo mise alle strette e non cessò di tormentarlo finché indicò il ragazzo; si mandò a chiamare il ragazzo, e il re gli disse: "Figliolo, m'è giunta notizia della tua magia, e del fatto che guarisci il cieco e il lebbroso, e di quello che vai facendo". Il ragazzo rispose: "Io non guarisco nessuno; Allah l'Altissimo soltanto guarisce". Il re lo mise alle strette, e non cessò di tormentarlo finché non indicò il monaco; si mandò per il monaco, cui fu ingiunto: "Recedi dalla tua Religione". Rifiutò. Gli fu fissata la sega nel bel mezzo del capo, che fu segato finché ne caddero le due parti. Poi fu fatto venire il ragazzo, cui fu ingiunto: "Recedi dalla tua Religione". Rifiutò. Il re lo consegnò ad una brigata di suoi compagni, cui ordinò: "Andate con lui al tal monte, e saliteci insieme sulla vetta". Il ragazzo pregò: "Mio Dio, proteggimi da loro nel modo che vuoi": e la montagna tremò sotto di loro, ed essi caddero giù. Egli se ne tornò dal re, che gli chiese: "Che fine hanno fatto i tuoi compagni?". Egli rispose: "Allah l'Altissimo mi ha liberato di loro". Allora lo consegnò ad un'altra brigata di suoi compagni, cui ordinò: "Andatevene con lui, e portatelo su un grande vascello, e andateci in alto mare; e se recede dalla sua Religione, bene; altrimenti buttatelo giù". Se ne andarono con lui, che pregò: "Mio Dio, liberami da loro nel modo che vuoi". E la nave si capovolse con loro dentro, ed essi affogarono; e il ragazzo se ne tornò dal re, che gli chiese: "Che fine hanno fatto i tuoi compagni?". Rispose: "Allah l'Altissimo me ne ha liberato"; e aggiunse, rivolto al re: "Non riuscirai a uccidermi, finché non avrai fatto quello che ti avrò detto"; "E cioè?". Il ragazzo disse: "Riunirai il popolo su un solo luogo elevato, e mi legherai ad un tronco di palma; quindi, prendi una freccia dalla mia faretra, piazza la freccia al centro dell'arco, e di': 'Nel nome di Allah, Signore del ragazzo'; quindi, scocca: se farai così, mi ucciderai". 
Il re radunò il popolo su un solo luogo elevato, legò il ragazzo ad un tronco di palma, prese una freccia dalla sua faretra, la piazzò al centro dell'arco, e pronunziò la formula: "Nel nome di Allah, Signore del ragazzo", quindi scoccò, e la freccia s'infisse nella tempia del ragazzo, che vi portò la mano, e morì.
Il popolo disse: "Crediamo nel Signore del ragazzo"; andarono dal re, e gli dissero: "Hai visto che è successo ciò che avevi paventato? Per Allah, la tua prevenzione è ricaduta su di te, e il popolo ormai crede". Allora ordinò che si scavassero dei fossati agli imbocchi delle strade; furono scavati e vi si accesero dei fuochi, ed egli decretò: "Chi non recederà dalla sua Religione, gettatevelo dentro [oppure: Gli si dica: "Buttati!"]; e così fecero, finché venne una donna che aveva con sé il suo bambino, ed esitava a gettarsi nel fuoco, e il bambino le disse: "Madre mia, sii forte, giacché tu sei secondo il Vero".

  L'Imâm Ahmad narrò nel suo Musnad (e una simile narrazione si trova in Ibn Majah), che Ibn ‘Abbâs (r) riferì che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse:
«La notte durante cui fui trasportato (in Cielo), mi giunse una fragranza gradevole, al che io chiesi: "O Jibrîl (Gabriele)! Cos'è questa fragranza gradevole?", ed egli rispose: "Questa è la fragranza della parrucchiera della figlia del Faraone, e dei figli [della parrucchiera]". Io chiesi: "Qual è la sua situazione?", ed egli rispose: "Un giorno, mentre stava pettinando i capelli della figlia del Faraone, il pettine le cadde dalle mani, quindi lei disse: 'In nome di Allah'. La figlia del Faraone chiese: '[Vuoi dire] mio padre?". Lei rispose: "No, piuttosto il mio Signore, e il Signore di tuo padre è Allah ". Lei chiese: "Posso dirgli questo?". (La parrucchiera) rispose: "Sì"»
L'hadîth prosegue a descrivere come Faraone fece riscaldare un'enorme pentola di ottone, e fu ordinato che la parrucchiera e i suoi figli vi fossero piazzati dentro. Lei chiese ed ottenne da Faraone che le sue ossa e quelle dei suoi figli fossero riunite in un unico pezzo di stoffa e bruciate. I suoi figli furono gettati nel calderone uno ad uno di fronte ai suoi occhi, finché fu il turno di un neonato, e lei sembrava esitare per via di lui, ma il piccolo disse: «O madre! Salta dentro, in quanto la tortura in questo mondo è più leggera della punizione dell'Aldilà». Quindi la donna vi saltò dentro.

I narratori della catena di trasmissione (nella versione di Ahmad) sono attendibili, a parte Abu 'Umar ad-Darîr, che era considerato veritiero da Adh-Dhahabi e Abu Hatim ar-Razi; Ibn Hibban lo considerava attendibile.

Secondo questo hadîth, il bambino fu fatto parlare (da Allah), così come il bambino della storia precedente (hadîth di Muslim), dicendo a sua madre di saltare nel fuoco, indicando la virtù di questa azione.




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